Arduino
2009-02-21 18:54:56 UTC
5 Luglio 1792: Giuseppe Antonio Gaudenzio, di 10 anni è al pascolo con la
sua mucca nei prati di Cusago, villaggio a circa sei miglia da Milano.
Non si sa se per negligenza sua, od indocilità dell'animale, la perse di
vista, Dopo breve ricerca pensò fosse tornata a casa e vi tornò egli pure.
Ma il padre, oltremodo severo lo rimproverò aspramente e gli intimò di
cercare l'animale e non osare tornare senza. Ma dopo l'imbrunire preoccupato
e pentito lo cercò. Riprese le ricerche il mattino successivo, ritrovò la
mucca, ma del figlio nessuna traccia. Solo alcuni giorni dopo, nel bosco di
Cusago (allora di cc 700 ettari) furono rinvenute la camicia sporca di
sangue e le interiora di un fanciullo. Sebbene in quel bosco notoriamente
dimorassero lupi, la gente si meravigliò, perché fino a quel momento non
avevano mai aggredito esseri umani. Si pensò che il fanciullo, per timore di
tornare senza mucca, si fosse addormentato nei campi, e ciò avesse provocato
l'attacco dei lupi. Ma qualcuno pensò ad una bestia misteriosa e
sconosciuta.
Il 9 Luglio, Quando a Milano non era ancora giunta notizia del ritrovamento
di Cusago, a Limbiate a 12 miglia da Cusago (miglia milanesi, circa 20 la
distanza in chilometri), un gruppo di ragazzi accudivano i loro animali al
pascolo, quando apparve una "brutta bestia" spaventati si rifugiarono sugli
alberi e ne discesero quando gli parve fosse andata. Ma questa riapparve di
colpo, e ghermì e portò via Carlo Oca (o Duca) di otto anni, che fu
ritrovato parzialmente divorato dalla folla accorsa dopo l'allarme dei
fanciulli. Le autorità però, data la distanza, almeno per il momento non
misero in relazione i due fatti.
10 Luglio, Il pretore del distretto di Abbiategrasso inviò a Milano la
notizia che in quella giornata, Giuseppina Saracchi di sei anni mentre
percorreva con la sorella la strada che da Corbetta conduce a cascina
Pobbia, a 12 miglia da Limbiate e circa 8 da Cusago: quando da una macchia
era sbucata una bestia di color cinerino moscato quasi nero. La bimba fu la
ghermita e la porta nel folto. Anch'essa sarà ritrovata parzialmente
divorata a diverse centinaia di metri di distanza. A questo punto scattò la
psicosi.
Da una parte era piuttosto inverosimile che un lupo facesse spostamenti di
una dozzina di miglia in pochi giorni per uccidere in tre punti differenti.
Ma dall'altra, appariva altrettanto incredibile, anche perché il 1792 non
era anno di carestia, che due o più lupi indipendentemente si fossero messi
a sbranare bambini negli stessi giorni e nella stessa zona. Alcuni trovarono
la spiegazione nelle abbondanti pioggie che avrebbero allagato le valli
montane spingendo famelici lupi in pianura. Ma l'ipotesi più accreditata fu
quella della bestia misteriosa. Anche le autorità gli dettero un certo
credito, sia pur escludendo l'ipotesi popolare di una fiera arrivata con
mezzi suoi dall'Africa o dall'Asia, non escludevano che una belva fosse
sfuggita a qualche ciarlatano da fiera. Ipotesi suffragata dal fatto che un
certo Bartolomeo Cappellini, che pochi mesi prima si era esibito a Milano
con due Jene, raggiunto a Cremona ne aveva una sola. Interrogato dapprima
disse che l'altra gli era morta e l'aveva seppellita, all'obiezione sul
perché non avesse conservato la pelle, cambiò versione dicendo che aveva un
socio dal quale si era spartito dividendo gli animali. Ad aumentare i
sospetti, si era poi portato rapidamente nello stato veneto, per poi sparire
anche da quello.
Frattanto, le autorità centrali si erano mosse, il giorno 14 fu posta una
taglia di 50 zecchini (circa 180 grammi d'oro) sulla bestia feroce che
infestava la provincia. Già dal giorno prima l'ispettore alle cacce Borri,
aveva incaricato il figlio di organizzare un gruppo per una caccia generale.
Molti uomini: contadini dei paesi minacciati, cacciatori professionisti
venuti anche dalle montagne, furono stipendiati dalle autorità per condurre
una caccia generale fino all'abbattimento della bestia.
Proprio in quei giorni si verificò il primo degli episodi che diedero alla
misteriosa bestia un mito di invincibilità quasi sovrannaturale: Due Ragazze
di Sedriano che avevano portato al pascolo due mucche ed una scrofa, videro
apparire la misteriosa creatura, istintivamente si ripararono dietro le
bestie, che avrebbero caricato la belva inducendola a fuggire. Ma un
contadino che era nelle vicinanze armato di schioppo, terrorizzato non
sparò. Era un fantasma si giustificò. Da quel momento la bestia cominciò ad
incappare in fucili che si inceppavano, in mani tremanti che mandavano il
colpo per terra od in aria. Per due volte, a Senago e a Cusago fu assediata
dai cacciatori e entrambe uscì dal cerchio. Viste le difficoltà, il 24
Luglio le autorità portarono a 150 Zecchini la taglia, oltre ad offrire al
catturatore la possibilità di trarre lucro esponendo la bestia a pagamento
al pubblico. Inoltre molti possidenti aggiunsero premi nel caso la fiera
fosse stata abbattuta nelle loro terre.
Mentre Borri, dal modo di comportarsi dell'animale, giungeva alla
conclusione che doveva trattarsi di un lupo, le autorità diffusero invece
nei paesi minacciati avvisi di pericolo raffiguranti una jena.
Comunque, anche se infruttuose, si era diffusa l'opinione che le cacce
avessero spaventata la bestia, inducendola a temere gli umani e volgere le
sue attenzioni verso piccoli animali da cortile, e forse alla carogna di
qualche cavallo (In quell'epoca i cavalli non venivano mangiati, e quando
morivano, o per invalidità venivano abbattuti, venivano seppelliti, ma non
era raro venissero lasciati in pasto ai corvi ed a altri animali selvatici)
Invece il 1 Agosto nei pressi di Senago, dieci o quindici fra ragazzi e
ragazze stavano facendo pascolare le bestie in una zona boschiva chiamata
Deserto. Sopraggiunse la fiera che li mise in Fuga. Antonia Maria Beretta
di otto anni, rimasta ultima fu raggiunta e trascinata nel bosco. Qui
accorse una moltitudine che riuscì a liberarla. Ma la bimba è morente e
spira poco dopo. Sul cadaverino vengono rilevate 45 ferite. Antonio Nobili,
che era stato anch'esso attaccato la descrisse alta un braccio e mezzo,
lunga due, con testa simile ad un maiale, orecchie da cavallo, pelo baio
rossino sulla schiena e folto di egual colore sul ventre.
Il successivo 3 Agosto Domenico Cattaneo si trova con due coetanei nei campi
di Asiano (cc 13 miglia da Senago) Viene afferrato per la gola e portato
via, alle grida dei compagni accorrono i terrieri che si mettono inutilmente
sulle tracce. Solo due giorni dopo il suo corpo verrà ritrovato in
condizioni pietose, mancante di petto e ventre.
4 Agosto Arluno (cc 11 miglia da Assiano) Giovanna Sada di dieci anni si
trova con la Sorella di undici ed un ragazzo di 13 su una strada coerente un
bosco. La bestia l'afferra la trascina per un tratto, indi le divora la
gola. Anche qui si fa della fiera una descrizione simile a quella di Senago
(distante cc 8 miglia)
11 Agosto 8 del mattino in zona San Siro (pressapoco attuale piazza Wagner
in Milano), alcuni ragazzi e ragazze anno cogliendo l'erba. Regina Mosca di
12 anni è afferrata per la gola. Accorre gente alle grida dei ragazzi, ma
ormai la ragazzina è morta.
Alle 23 dello stesso giorno, Nel comune di Boldinasco presso Trenno
(Attualmente pressappoco Piazza Kennedy in Milano) viene assalito Dionigi
Giussano di 12 anni. Accorre un certo Manno, della cascina Giacomina, che
sebbene senz'armi mette in fuga la bestia, il ragazzo è malconcio, ma vivo.
Questi episodi avvenuti alle porte della città, destano grande emozione:
Oltre che per i luttuosi eventi, l'arrivo dei lupi alle porte della città o
nella città, era considerato fin dai tempi di Roma evento infausto, segno di
sventura soprattutto nelle sorti delle guerre (Non dimentichiamo che da
qualche mese, L'Austria, da cui Milano dipendeva era scesa in guerra contro
la rivoluzione francese) Il comune mette a disposizione fucili e baionette
per chiunque voglia cacciare la fiera. La chiesa pone sui muri di Milano
avvisi che invitano la popolazione a partecipare al triduo con esposizione
del Santissimo che si terrà per chiedere la liberazione dalla bestia feroce
che infesta la provincia.
16 Agosto: Barlassina: Anna Maria Borghi di anni 13 è con le sorelle
Caterina ad Angela è intenta a far pascolare le bestie nella Groana. Si
presenta la fiera che si pone davanti a loro, tranquilla stiracchiandosi per
terra tranquilla, una delle fanciulle, Angela, le butta del pane che la
bestia respinge con una zampa. Solo quando si alzano per andarsene la bestia
assale prima Caterina, che si difende con una bacchetta, poi Anna Maria.
Accorre un certo Francesco Tanzi, che mette in fuga l'animale che stava
mangiando la gola alla fanciulla già morta.
Frattanto si studiano vari rimedi, c'è chi propone di usare come esche
cadaveri, o bambini vivi, Il 24 Agosto, Cesare Beccaria, che era stato
incaricato di seguire la vicenda Comunica ai sacerdoti Filippo Rapazzini e
Giuserre comerio, che è stato approvato il loro progetto di scavare buche
recintate con una sola apertura che dava sulla buca ben mimetizzata e
ricoperta, a retro della quale sulla collinetta fatta con la terra asportata
si sarebbero posti ad esca animali da cortile. Già dal precedente 20 si era
cominciato a scavare buche nei comuni di Arluno, Asiano, Bollate, Brughiera
di Grovana, Cagnola, Caronno, Cascina Pertusella, Cassina del Pero, Cassina
de Comuni, Cesate, Cesano Boscone, Colombara, Cusago, Garbagnate,
Lampugnano, Limbiate, Musocco, Niguarda, Origgio, Paltané, Quarto, Quinto,
Rho, Roserio, Sedriano, San Siro, Trenno, Villa Opizzone.
21 Agosto: Giuserrina Re, con due donne ed un altra ragazza sta dirigendosi
da Bareggio al bosco: Chiappa Grande, distante un miglio, per fare legna.
Allontanatasi una sessantina di metri dalle altre, viene intesa gridare: "Al
Lupo!" Spaventate le altre corrono a dare l'allarme, viene suonata la
campana martello. Sortiscono dal paese molte persone in armi, che ritrovano
a seicento passi dal luogo dell'aggressione il cadavere squartato e divorato
sul davanti.
22 Agosto a Mazzo presso Terrazzano, la Bambina Maria Antonia Rimoldi che si
trova con un altro fanciullo Maria Antonia Rimoldi. Viene assalita e
trascinata, accorre il cugino ventenne che si trovava ad una quarantina di
passi a legare il lino, e poi altre persone, la bestia fugge ma la bimba
muore dopo poche ore.
3 Settembre: Giovanna Bosone di 12 anni, viene salvata dal coraggio di
Gerolamo, il fratello quattordicenne.
Sebbene gravemente ferita guarì.
24 Settembre: Cesare Beccaria informa la conferenza governativa che un
grosso lupo è caduto in una buca presso cascina Pobbia ed è stato ucciso.
L'animale viene mostrato a coloro che ne sono venuti in contatto, e molti lo
riconoscono, anche se altri negano recisamente sia lui.
Comunque il 5 Ottobre viene deliberato che si tratta della bestia
antropofaga, anche se rimangono dei dubbi per le aggressioni avvenute nella
zona nord di Milano (Barlassina, Senago, Lainate, Limbiate) Comunque non
verificandosi più in seguito altre aggressioni, si finì con l'imputare ad
una sola bestia l'intera strage.
Il corpo imbalsamato fu poi esposto a pagamento (mezza lira) in locali
attigui piazza Duomo, e poi venduto dai due sacerdoti al museo di storia
naturale di Pavia,
Ad'I
Da: L'uomo e la "bestia antropofaga" di Mario Comincini e Il Territorio fra
Milano ed il Ticino, Stesso autore.
sua mucca nei prati di Cusago, villaggio a circa sei miglia da Milano.
Non si sa se per negligenza sua, od indocilità dell'animale, la perse di
vista, Dopo breve ricerca pensò fosse tornata a casa e vi tornò egli pure.
Ma il padre, oltremodo severo lo rimproverò aspramente e gli intimò di
cercare l'animale e non osare tornare senza. Ma dopo l'imbrunire preoccupato
e pentito lo cercò. Riprese le ricerche il mattino successivo, ritrovò la
mucca, ma del figlio nessuna traccia. Solo alcuni giorni dopo, nel bosco di
Cusago (allora di cc 700 ettari) furono rinvenute la camicia sporca di
sangue e le interiora di un fanciullo. Sebbene in quel bosco notoriamente
dimorassero lupi, la gente si meravigliò, perché fino a quel momento non
avevano mai aggredito esseri umani. Si pensò che il fanciullo, per timore di
tornare senza mucca, si fosse addormentato nei campi, e ciò avesse provocato
l'attacco dei lupi. Ma qualcuno pensò ad una bestia misteriosa e
sconosciuta.
Il 9 Luglio, Quando a Milano non era ancora giunta notizia del ritrovamento
di Cusago, a Limbiate a 12 miglia da Cusago (miglia milanesi, circa 20 la
distanza in chilometri), un gruppo di ragazzi accudivano i loro animali al
pascolo, quando apparve una "brutta bestia" spaventati si rifugiarono sugli
alberi e ne discesero quando gli parve fosse andata. Ma questa riapparve di
colpo, e ghermì e portò via Carlo Oca (o Duca) di otto anni, che fu
ritrovato parzialmente divorato dalla folla accorsa dopo l'allarme dei
fanciulli. Le autorità però, data la distanza, almeno per il momento non
misero in relazione i due fatti.
10 Luglio, Il pretore del distretto di Abbiategrasso inviò a Milano la
notizia che in quella giornata, Giuseppina Saracchi di sei anni mentre
percorreva con la sorella la strada che da Corbetta conduce a cascina
Pobbia, a 12 miglia da Limbiate e circa 8 da Cusago: quando da una macchia
era sbucata una bestia di color cinerino moscato quasi nero. La bimba fu la
ghermita e la porta nel folto. Anch'essa sarà ritrovata parzialmente
divorata a diverse centinaia di metri di distanza. A questo punto scattò la
psicosi.
Da una parte era piuttosto inverosimile che un lupo facesse spostamenti di
una dozzina di miglia in pochi giorni per uccidere in tre punti differenti.
Ma dall'altra, appariva altrettanto incredibile, anche perché il 1792 non
era anno di carestia, che due o più lupi indipendentemente si fossero messi
a sbranare bambini negli stessi giorni e nella stessa zona. Alcuni trovarono
la spiegazione nelle abbondanti pioggie che avrebbero allagato le valli
montane spingendo famelici lupi in pianura. Ma l'ipotesi più accreditata fu
quella della bestia misteriosa. Anche le autorità gli dettero un certo
credito, sia pur escludendo l'ipotesi popolare di una fiera arrivata con
mezzi suoi dall'Africa o dall'Asia, non escludevano che una belva fosse
sfuggita a qualche ciarlatano da fiera. Ipotesi suffragata dal fatto che un
certo Bartolomeo Cappellini, che pochi mesi prima si era esibito a Milano
con due Jene, raggiunto a Cremona ne aveva una sola. Interrogato dapprima
disse che l'altra gli era morta e l'aveva seppellita, all'obiezione sul
perché non avesse conservato la pelle, cambiò versione dicendo che aveva un
socio dal quale si era spartito dividendo gli animali. Ad aumentare i
sospetti, si era poi portato rapidamente nello stato veneto, per poi sparire
anche da quello.
Frattanto, le autorità centrali si erano mosse, il giorno 14 fu posta una
taglia di 50 zecchini (circa 180 grammi d'oro) sulla bestia feroce che
infestava la provincia. Già dal giorno prima l'ispettore alle cacce Borri,
aveva incaricato il figlio di organizzare un gruppo per una caccia generale.
Molti uomini: contadini dei paesi minacciati, cacciatori professionisti
venuti anche dalle montagne, furono stipendiati dalle autorità per condurre
una caccia generale fino all'abbattimento della bestia.
Proprio in quei giorni si verificò il primo degli episodi che diedero alla
misteriosa bestia un mito di invincibilità quasi sovrannaturale: Due Ragazze
di Sedriano che avevano portato al pascolo due mucche ed una scrofa, videro
apparire la misteriosa creatura, istintivamente si ripararono dietro le
bestie, che avrebbero caricato la belva inducendola a fuggire. Ma un
contadino che era nelle vicinanze armato di schioppo, terrorizzato non
sparò. Era un fantasma si giustificò. Da quel momento la bestia cominciò ad
incappare in fucili che si inceppavano, in mani tremanti che mandavano il
colpo per terra od in aria. Per due volte, a Senago e a Cusago fu assediata
dai cacciatori e entrambe uscì dal cerchio. Viste le difficoltà, il 24
Luglio le autorità portarono a 150 Zecchini la taglia, oltre ad offrire al
catturatore la possibilità di trarre lucro esponendo la bestia a pagamento
al pubblico. Inoltre molti possidenti aggiunsero premi nel caso la fiera
fosse stata abbattuta nelle loro terre.
Mentre Borri, dal modo di comportarsi dell'animale, giungeva alla
conclusione che doveva trattarsi di un lupo, le autorità diffusero invece
nei paesi minacciati avvisi di pericolo raffiguranti una jena.
Comunque, anche se infruttuose, si era diffusa l'opinione che le cacce
avessero spaventata la bestia, inducendola a temere gli umani e volgere le
sue attenzioni verso piccoli animali da cortile, e forse alla carogna di
qualche cavallo (In quell'epoca i cavalli non venivano mangiati, e quando
morivano, o per invalidità venivano abbattuti, venivano seppelliti, ma non
era raro venissero lasciati in pasto ai corvi ed a altri animali selvatici)
Invece il 1 Agosto nei pressi di Senago, dieci o quindici fra ragazzi e
ragazze stavano facendo pascolare le bestie in una zona boschiva chiamata
Deserto. Sopraggiunse la fiera che li mise in Fuga. Antonia Maria Beretta
di otto anni, rimasta ultima fu raggiunta e trascinata nel bosco. Qui
accorse una moltitudine che riuscì a liberarla. Ma la bimba è morente e
spira poco dopo. Sul cadaverino vengono rilevate 45 ferite. Antonio Nobili,
che era stato anch'esso attaccato la descrisse alta un braccio e mezzo,
lunga due, con testa simile ad un maiale, orecchie da cavallo, pelo baio
rossino sulla schiena e folto di egual colore sul ventre.
Il successivo 3 Agosto Domenico Cattaneo si trova con due coetanei nei campi
di Asiano (cc 13 miglia da Senago) Viene afferrato per la gola e portato
via, alle grida dei compagni accorrono i terrieri che si mettono inutilmente
sulle tracce. Solo due giorni dopo il suo corpo verrà ritrovato in
condizioni pietose, mancante di petto e ventre.
4 Agosto Arluno (cc 11 miglia da Assiano) Giovanna Sada di dieci anni si
trova con la Sorella di undici ed un ragazzo di 13 su una strada coerente un
bosco. La bestia l'afferra la trascina per un tratto, indi le divora la
gola. Anche qui si fa della fiera una descrizione simile a quella di Senago
(distante cc 8 miglia)
11 Agosto 8 del mattino in zona San Siro (pressapoco attuale piazza Wagner
in Milano), alcuni ragazzi e ragazze anno cogliendo l'erba. Regina Mosca di
12 anni è afferrata per la gola. Accorre gente alle grida dei ragazzi, ma
ormai la ragazzina è morta.
Alle 23 dello stesso giorno, Nel comune di Boldinasco presso Trenno
(Attualmente pressappoco Piazza Kennedy in Milano) viene assalito Dionigi
Giussano di 12 anni. Accorre un certo Manno, della cascina Giacomina, che
sebbene senz'armi mette in fuga la bestia, il ragazzo è malconcio, ma vivo.
Questi episodi avvenuti alle porte della città, destano grande emozione:
Oltre che per i luttuosi eventi, l'arrivo dei lupi alle porte della città o
nella città, era considerato fin dai tempi di Roma evento infausto, segno di
sventura soprattutto nelle sorti delle guerre (Non dimentichiamo che da
qualche mese, L'Austria, da cui Milano dipendeva era scesa in guerra contro
la rivoluzione francese) Il comune mette a disposizione fucili e baionette
per chiunque voglia cacciare la fiera. La chiesa pone sui muri di Milano
avvisi che invitano la popolazione a partecipare al triduo con esposizione
del Santissimo che si terrà per chiedere la liberazione dalla bestia feroce
che infesta la provincia.
16 Agosto: Barlassina: Anna Maria Borghi di anni 13 è con le sorelle
Caterina ad Angela è intenta a far pascolare le bestie nella Groana. Si
presenta la fiera che si pone davanti a loro, tranquilla stiracchiandosi per
terra tranquilla, una delle fanciulle, Angela, le butta del pane che la
bestia respinge con una zampa. Solo quando si alzano per andarsene la bestia
assale prima Caterina, che si difende con una bacchetta, poi Anna Maria.
Accorre un certo Francesco Tanzi, che mette in fuga l'animale che stava
mangiando la gola alla fanciulla già morta.
Frattanto si studiano vari rimedi, c'è chi propone di usare come esche
cadaveri, o bambini vivi, Il 24 Agosto, Cesare Beccaria, che era stato
incaricato di seguire la vicenda Comunica ai sacerdoti Filippo Rapazzini e
Giuserre comerio, che è stato approvato il loro progetto di scavare buche
recintate con una sola apertura che dava sulla buca ben mimetizzata e
ricoperta, a retro della quale sulla collinetta fatta con la terra asportata
si sarebbero posti ad esca animali da cortile. Già dal precedente 20 si era
cominciato a scavare buche nei comuni di Arluno, Asiano, Bollate, Brughiera
di Grovana, Cagnola, Caronno, Cascina Pertusella, Cassina del Pero, Cassina
de Comuni, Cesate, Cesano Boscone, Colombara, Cusago, Garbagnate,
Lampugnano, Limbiate, Musocco, Niguarda, Origgio, Paltané, Quarto, Quinto,
Rho, Roserio, Sedriano, San Siro, Trenno, Villa Opizzone.
21 Agosto: Giuserrina Re, con due donne ed un altra ragazza sta dirigendosi
da Bareggio al bosco: Chiappa Grande, distante un miglio, per fare legna.
Allontanatasi una sessantina di metri dalle altre, viene intesa gridare: "Al
Lupo!" Spaventate le altre corrono a dare l'allarme, viene suonata la
campana martello. Sortiscono dal paese molte persone in armi, che ritrovano
a seicento passi dal luogo dell'aggressione il cadavere squartato e divorato
sul davanti.
22 Agosto a Mazzo presso Terrazzano, la Bambina Maria Antonia Rimoldi che si
trova con un altro fanciullo Maria Antonia Rimoldi. Viene assalita e
trascinata, accorre il cugino ventenne che si trovava ad una quarantina di
passi a legare il lino, e poi altre persone, la bestia fugge ma la bimba
muore dopo poche ore.
3 Settembre: Giovanna Bosone di 12 anni, viene salvata dal coraggio di
Gerolamo, il fratello quattordicenne.
Sebbene gravemente ferita guarì.
24 Settembre: Cesare Beccaria informa la conferenza governativa che un
grosso lupo è caduto in una buca presso cascina Pobbia ed è stato ucciso.
L'animale viene mostrato a coloro che ne sono venuti in contatto, e molti lo
riconoscono, anche se altri negano recisamente sia lui.
Comunque il 5 Ottobre viene deliberato che si tratta della bestia
antropofaga, anche se rimangono dei dubbi per le aggressioni avvenute nella
zona nord di Milano (Barlassina, Senago, Lainate, Limbiate) Comunque non
verificandosi più in seguito altre aggressioni, si finì con l'imputare ad
una sola bestia l'intera strage.
Il corpo imbalsamato fu poi esposto a pagamento (mezza lira) in locali
attigui piazza Duomo, e poi venduto dai due sacerdoti al museo di storia
naturale di Pavia,
Ad'I
Da: L'uomo e la "bestia antropofaga" di Mario Comincini e Il Territorio fra
Milano ed il Ticino, Stesso autore.